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Sta per arrivare il Magico Natale…si sente nell’aria

Nessun'altra festa dell'anno sa creare quell'incantesimo capace di riportarci un po' tutti all'infanzia. Adulti e bambini aspettano, con la stessa impazienza, di scartare i doni, e si impegnano, con ugual entusiasmo, nel preparare l'albero o il presepe, nel decorare la casa e la tavola, nell'intonare canti tradizionali e vivere al meglio lo spirito Natalizio.



I Nostri Prodotti

Per una festa così importante non potevano certo mancare dei dolci che facessero gustare ancora di più la “dolcezza” di questi giorni. Il panettone ed il pandoro ne sono persino divenuti dei simboli. Rappresentano appieno i due aspetti del Natale: quello mondano, dedito al divertimento ed al piacere del palato, e quello religioso. Difatti con questi due dolci si riescono ad assaporare degli aromi unici ed esclusivi, in un contesto di grande gioia ed allegria dovuta non solo alla compagnia, ai giochi e i doni ma anche al clima di famiglia ed armonia che si può percepire riflettendo sui semplici ingredienti che creano qualcosa di straordinario: la famiglia, l’amore e…un po’ di farina, lievito, uova, burro, zucchero, il tutto impastato con uva sultanina e piccoli dadi di cedro candito.
E’ per questo motivo che anche noi abbiamo sentito l’ esigenza di poter proporre dei dolci così importanti, nonostante appartengano alla tradizione milanese e veronese.
Grazie all’ abilità e tenacia del nostro maestro pasticciere, attraverso numerosi viaggi nella “capitale del panettone” e svariati tentativi, siamo riusciti a ricreare lo stesso sapore e la stessa fragranza del Pan di Toni e del Pan d’Oro. Per potere rievocare tutti i simboli del Natale e la sua storia, abbiamo creato La Stella di Natale che è disponibile in due versioni:la Stella di Mandorle,ripiena di cedro candito, ricoperta di pasta di mandorla e rivestita di gustosa granella di mandorle;e la Stella di Torrone Gelato, con all’ interno morbido torrone gelato e ricoperta di pasta reale con suggestive decorazioni.
In tutto ciò non ci siamo certo dimenticati dei bimbi, i veri protagonisti del Natale ! Nasce appositamente per loro una coloratissima ciambella di biscotto ricoperta di cioccolato, nero o bianco, arricchita con confetti e cioccolatini; e se fossero golosissimi di cioccolato c’è per loro un intero abete di cioccolato…mmm !!! …Ma non è tutto, perché per i nostri clienti abbiamo voluto creare qualcosa di esclusivo e davvero speciale per questa festa: il Farcito di panettone e pandoro. Un dolce nato dalla brillante intuizione del nostro fondatore, Salvatore Petrella, che unisce in una delicata armonia il gusto del cioccolato e…di una crema speciale creata in esclusiva dalla nostra pasticceria solo per voi.

La leggenda del panettone

Il panettone è il dolce per eccellenza della tradizione natalizia italiana. Chi non lo conosce o non lo ha assaggiato almeno una volta ?! Si può dire che nel periodo natalizio in ogni tavola delle famiglie italiane ce ne sia almeno uno per festeggiare in compagnia di un buon dolce.
Nasce a Milano ed oggi è reso ancora più speciale dalle leggende sulla sua nascita, che si perdono nella notte dei tempi, e si sommano le une alle altre creando, intorno a questo amato dolce, un velo di mistero e suggestione che lo rende unico.
Si narra che il dolce sia nato grazie ad una storia d’amore che inizia cosi… Come ogni notte Ugo uscì dalla finestra al freddo di Milano. Con agilità scavalcò la balaustra del balcone e si calò nel giardino. I cani cominciarono ad abbaiare; senza curarsene Ugo corse a perdifiato attraverso tutto il giardino fino ad appiattirsi contro il muro di cinta. Si fermò qualche secondo con il fiato mozzato dalla corsa e dalla paura. I suoi occhi scrutavano nel buio, verso il palazzo, per vedere se qualche finestra si accendeva del debole bagliore delle candele. Tutto tranquillo. I cani cominciarono a calmarsi: anche stanotte, nessuno lo aveva visto uscire. Appigliandosi ad alcuni mattoni disassati, Ugo si issò sopra il muro di cinta che divideva lo splendido palazzo che suo padre, Giacomo degli Atellani, aveva ricevuto in dono da Ludovico il Moro, dai cortili della Milano povera, quella delle botteghe che si affacciavano su Corso Magenta.
La luna si nascondeva dietro una coltre di nubi e questo avrebbe coperto la sua corsa attraverso i cortili fino alla bottega di Toni, il panettiere, dove, come ogni notte, avrebbe incontrato la sua Adalgisa. Un amore segreto, osteggiato dalla sua famiglia, lo legava da tempo alla bella figlia del fornaio; ma da un po' le cose non andavano bene. Adalgisa era sempre stanca, il lavoro era aumentato da quando il garzone di suo padre si era ammalato; avrebbero dovuto smettere di vedere, perché c'era tanto da impastare, preparare, infornare. Ugo non voleva rinunciare a quegli splendidi occhi per cui avrebbe fatto di tutto e il giorno successivo, con addosso umili abiti, lui, che era il falconiere di Ludovico il Moro, si fece assumere da Toni come nuovo garzone. Nonostante il giovane, ogni notte, si spaccasse la schiena nel retro bottega per preparare il pane, gli affari del negozio continuavano a peggiorare. Una nuova bottega aveva aperto lì accanto e stava portando via tutti i clienti a Toni.Ugo non perse tempo, e con l'incoscienza tipica dei giovani, rubò una splendida coppia di falchi al Moro e li vendette per comprare del burro. La notte, mentre impastava i soliti ingredienti, aggiunse al preparato anche tutto il burro acquistato. Il giorno successivo la bottega fu letteralmente presa d'assalto, si cominciava già a favoleggiare sul pane più buono di Milano.
Nei giorni successivi altri due falchi vennero sacrificati per l'acquisto di altro burro e di un po' di zucchero da aggiungere all'impasto del pane. Milano impazziva per il "pane speciale" del Toni. La coda fuori dalla bottega era interminabile e ogni notte bisognava impastare sempre di più. Mentre l'inverno si avvicinava, gli affari miglioravano e Ugo e Adalgisa potevano nuovamente pensare ad un futuro da passare assieme.Sotto le feste di Natale, Ugo diede un ultimo tocco di classe alla ricetta del "pane speciale" e aggiunse uova, pezzetti di cedro candito e uva sultanina.
Tutta Milano, in quei giorni prima di Natale, transitò dalla bottega per comprare quello che già tutti chiamavano "pangrande" o "pan del Toni" (da qui il termine panettone), da servire in tavola il giorno di Natale. Toni divenne ricco e i genitori di Ugo non ebbero più da lamentarsi di Adalgisa e così, come ogni storia che si rispetti, i due giovani si sposarono e vissero felici e contenti.

Un altro racconto fa risalire la nascita del panettone ad un errore del cuoco della corte di Ludovico il Moro: Siamo alla corte degli Sforza e, come ogni Natale, sta per essere servito in tavola, per il signore di Milano e per i suoi magnifici ospiti, un sontuoso banchetto. Il famoso cuoco, Toni, al servizio di Ludovico, stava facendo in modo che tutto andasse per il verso giusto, dirigendo i suoi numerosi sottoposti, sia ai fornelli che al servizio in tavola, ma nella fretta, si accorse troppo tardi che il dolce preparato per la cena regale di Natale stava bruciando, e decise di rimediare guarnendo il pane dolce con frutta candita e uvetta. Da questo fatale errore, Toni, creò un vero capolavoro ed il successo fu tale che divenne il “Pane del Toni” ovvero il panettone.

Il Pandoro

Un dolce dal sapore soffice e delicato il cui nome deriva dal colore giallo oro che lo contraddistingue ma della cui origine non si è certi… C’è chi la fa risalire all’Austria dell’Impero Asburgico; sarebbero stati, infatti, i pasticcieri della Casa Reale di Vienna a preparare “l’antenato” del pandoro rifacendosi al “pane di Vienna”, una variante della pasta brioche francese. Altri sostengono, invece, che sia nato nella Repubblica Veneta durante il Rinascimento, quando le ricche famiglie patrizie consumavano un dolce chiamato “pan de oro” interamente ricoperto di sottili foglie di oro zecchino. Le idee più certe, però, sembrano quelle che lo riconducono al “nadalin”, un dolce a forma di stella, che per tradizione alla fine dell’Ottocento le famiglie veronesi preparavano a Natale. È molto probabile, inoltre, che nell’ideazione di questo dolce abbiano messo lo zampino anche i pasticcieri austriaci che, a quei tempi, erano largamente impiegati nelle pasticcerie più rinomate del centro storico di Verona. Siamo dunque incerti sull' origine del pandoro ma ..... certi della sua bontà!

 
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